Sicuramente
è valsa la pena di fare 300 km (150 andata e 150 ritorno) e 4 ore di macchina
per andare in questa per noi sperduta ma ridente località lombarda sulle rive
dell’Adda.
Grande
percorso! Panoramico e completamente aperto ad anfiteatro sugli spettatori che
hanno potuto seguire ogni fase della gara comodamente dalla zona di
partenza/arrivo.
Non
sembra assolutamente di essere a pochi km dalla grande tangenziale milanese,
fatta di cemento, asfalto, centri commerciali e zone industriali.
Qui
a Comazzo ci sono invece prati a perdita d’occhio che ti danno l’idea di come
doveva essere la campagna lombarda quando Renzo Tramaglino cercò di
attraversare l’Adda per sfuggire dal Ducato di Milano nel quale era ricercato
per raggiungere Bergamo. E mi piace pensare che Renzo, passando da queste
parti, possa essere capitato nel parco di villa Pertusati ad ammirare ed
ascoltare la "fontana della musica", l'originalissima opera
costituita da 7 scalini ognuno dei quali, grazie a particolari giochi d'acqua,
riproduceva il suono di una nota musicale. Struggente e malinconico brano
musicale che accentuava ancora di più la nostalgia per sua amata Lucia dalla
quale si stava forzatamente allontanando.
Il
grande Manzoni probabilmente si è rivoltato nella tomba dopo aver letto queste
mie poche righe anche perché non solo i tempi storici non coincidono, infatti i
Promessi Sposi sono ambientati nel ‘600 mentre la villa è del ‘700, ma anche il
guado dell’Adda di Renzo sarebbe avvenuto molto più a nord, verso Lecco.
Inoltre la mia capacità letteraria a confronto di quella del Manzoni è
paragonabile alle mie capacità ciclistiche a confronto di quelle di Contador.
Quindi prendo una cantonata sia storica, che geografica, che letteraria.
Ma
mi piace fantasticare perché in qualche modo devo giustificare l’affermazione
di Carmine che della fontana di Comazzo parla di: “fontana dell’amore”. Quindi
cosa c’è di meglio che inserirla nella vicenda di Renzo e Lucia, cioè la storia
universale dell’amore identificata come l’amore stesso.
Certo
che adesso la fontana mi è sembrata un po’ in abbandono, ricoperta di
sterpaglie d’ogni genere e dimenticata forse anche dai Comazzini stessi. Un
vero peccato perché certe testimonianze storico artistiche del territorio delle
nostre provincie potrebbero essere anche fonte di reddito se gestite al meglio.
Se certe cose ce le avessero gli svizzeri le farebbero certo rendere al meglio.
Invece ce le abbiamo noi e gli svizzeri ce le invidiano, ma noi … le
trascuriamo!
Noi
del Master Palzola invece valorizziamo il territorio che calpestiamo con le
nostre bici e portiamo alla ribalta anche queste perle della provincia
sconosciuta nella speranza che qualche istituzione se ne accorga e le renda il
merito dovuto.
Il
percorso del ciclocross di oggi infatti, magistralmente disegnato dagli
organizzatori, passava attraverso a quelli, che a prima vista sembravano ruderi
abbandonati nel profondo buio di una mentalità politica che dà più importanza
al risultato elettorale che alla Cultura, ma che in realtà sono opere d’arte,
che rappresentano quello che rimane della “fontana dell’amore”.
Ma
per fortuna a Comazzo c’è una luce, si chiama Angelo Bonalumi (lo dice il nome:
una “buona luce”), che nel suo piccolo lavora come un forsennato gratuitamente
per pura passione, organizza una manifestazione di assoluto livello con ricche
premiazioni e, a suo modo, valorizza enormemente quei luoghi che l’ottusa
mentalità politica, con mezzi assai maggiori, non ha saputo ancora mettere in
luce.
Grazie
Angelo, in questo avvento natalizio impregnato dalla crisi economica sei
“l’Angelo della Buona Luce”, ci hai fatto passare una bella giornata di sport e
contemporaneamente hai valorizzato la tua terra. Con la tua modestia e la
laboriosa simpatia che ti contraddistingue non hai presentato un problema ma
hai realizzato una soluzione.