domenica 14 novembre 2010

Lurate Caccivio (Como)

Era un’altra di quelle giornate da starsene in casa tutto il pomeriggio a guardare la tv o al massimo a fare una passeggiatina all’ipermercato.
Tre atleti della IRIDE invece hanno voluto rompere la logica di un’altra domenica sul divano (sarebbe stata la terza consecutiva con il brutto tempo) e non sono stati a guardare alla finestra. Infatti, con le loro fedeli biciclette e la casacca della Iride, hanno affrontato una giornata d’altri tempi,
Sotto la pioggia novembrina, che ad Omegna era finissima ed invece in Lombardia era molto più grossolana, hanno lottato come leoni immersi nel fango della Padania ed hanno portato a termine una delle più dure gare del master di ciclocross.
E’ difficile spiegare con le parole quello che ho visto e purtroppo non ho nemmeno una foto ma vedremo quelle sul sito del master.
I freni stridevano, il fango si accumulava ad ogni giro sui telai, sui cambi, sulla faccia, sin dentro nell’anima; le mani sporche e bagnate alzavano le bici e le spingevano nei prati pesanti di pioggia. Tra la nebbia, il fango e le intemperie formidabili avanzavano i colori della nostra Iride Cycling Team grazie a questi nostri tre indomiti eroi, veri bikers, crossisti estremi, guerrieri impavidi, topastri arditi. Ed alla fine ad attenderli non vi era nemmeno l’acqua da bere (nemmeno quella del rubinetto!) non ho detto il tè caldo ne tanto meno il ristoro, ho detto l’acqua del rubinetto!!! Ma questo avvalora ancor di più lo spirito di sacrificio e l’immenso sforzo portato a termine dai nostri atleti. Comunque grande spettacolo! Questo è ciclocross.
Sono stato testimone di una vera impresa, grazie ragazzi:

Biagio Borella, Luca Cerutti, Ivan Ciocca.

Preoccupato ho raggiunto mio figlio stremato all’arrivo con una giacca ed una cuffia asciutte per proteggerlo dal freddo e le ho chiesto “… come va?” e lui mi ha risposto: “mi sono divertito un casino”.
Questo è lo spirito giusto che ha mosso i nostri esemplari ragazzi, esempi per i pigri e consolazione degli afflitti, “Ciclisti … che gente!”

grazie Iride.