sabato 9 gennaio 2010

STORIA DEL MASTER MTB

GLI ANTIPODI
Eravamo negli anni ’90, la Paola Pezzo macinava un’olimpiade dietro l’altra, Palhuber era Campione del Mondo e noi biker della domenica, sulla spinta dell’entusiasmo per questa nuovo ciclismo off road, ci rifugiavamo nelle garette sottocasa a competere per il Campionato Provinciale.
All’inizio tutto andava bene e facevamo gare con anche 120-130 amatori, ma con il passare del tempo ci fu una selezione naturale e le presenze si assottigliarono di molto, c’erano sempre solo i più agguerriti, gli altri andavano a fare le GF, più numerose e quindi più adatte ai bisonti della domenica, ma anche più dispendiose (iscrizioni costose, lunghe trasferte, ecc.) inoltre il settore amatoriale ebbe un calo considerevole alla fine degli anni ’90 e ci ritrovammo in pochi, alcuni x-country (nella mia zona) arrivarono a registrare 30-40 presenze, un’assurdità per una competizione sia nella forma che nella sostanza. Per chi organizzava inoltre, tutto ciò a parità di costi, cioè, bisognava comunque garantire premiazioni, assistenza, ecc… anche per poche persone. Alcuni costi fissi sono comunque inamovibili, sia che gli iscritti siano 10-100-1000 non cambiano ma se gli iscritti sono pochi avrai anche meno incasso per compartecipare alle spese. Lo sanno bene le società organizzatrici. Il movimento udacino off road stava soffrendo quindi e sembrava destinato ad un inesorabile declino. Questi sono i momenti in cui o succede qualche cosa di veramente nuovo che rinvigorisce l’ambiente o il declino è inevitabile e si muore di morte naturale.

L’IDEA
E qualche cosa di nuovo è successo. Durante l’inverno 99/2000, un gruppo di amatori varesini facenti capo a Carmine da Cassano ebbero un’idea e la misero in pratica.
L’idea era semplice ma geniale e fu questa: “ma perché insistiamo con questi Campionati Provinciali delle pantofole che ormai vedono sempre i soliti noti a battagliare fra loro per la borsa della spesa. Se uniamo le gare delle 4 provincie limitrofe, cioè VA, NO, VB, MI facciamo un unico campionato interprovinciale, lo chiamiamo MASTER e così ci garantiamo un maggior numero di atleti ad ogni gara, aumentando l’interesse agonistico e gli introiti.
E’ vero che gli amatori avranno alcune trasferte più lontane, ma potranno partecipare a gare con un più grande numero di presenze, aumentando così il valore agonistico della loro prestazione. Gli organizzatori per contro avranno un riscontro di presenze più alto e potranno far fronte più agevolmente alle spese potendo in tal modo alzare il livello delle premiazioni in numero e qualità. Non solo ma gli Sponsor saranno più propensi alla generosità a fronte di un bacino territoriale più ampio. Poi ci troviamo anche un mega Sponsor che tiene in piedi tutto il Master ed il gioco è fatto. Inoltre, un grande evento in termini di presenze richiama altra presenze, in sostanza dove c’è gente arriva altra gente (è un po’ il fenomeno che avviene per alcune GF) e infatti molti altri amatori meno accaniti agonisticamente più, per così dire “cicloturisti”, potrebbero riavvicinarsi alla Mtb agonistica che in questo modo può rappresentare di nuovo un evento di richiamo delle masse di sportivi.

START
E così, trovato lo Sponsorone interessato ad essere visibile su una così grande scala (4 provincie su due regioni) naque il MASTER PAULANEER. Subito avemmo gare con 200 e più partenti. Non si scendeva mai sotto le 150 presenze ad ogni gara. Organizzatori felici. Atleti soddisfatti, sia gli agonisti che primeggiavano in classifiche corpose, sia i più tranquilli, che comunque partecipavano ad un grande evento dove l’importante era partecipare.
Dopo qualche anno di gonfie vele il Master cambia nome e diventa prima Salumificio Colombo Amico più e poi approda nel generoso e definitivo Major Sponsor Sport e Sport Cicli Varsalona di Stefano Varsalona.
Intanto si amplia la rosa delle gare proponendo anche località di altre provincie limitrofe dove organizzazioni lungimiranti hanno fortemente voluto partecipare al circuito (Casale Monferrato, località in provincia di Vercelli, Pavia, Como ecc…) fino ad arrivare a ben 28 gare.
Tutte queste richieste di adesione poi imposero delle dolorose scelte perché la capienza massima delle date veniva ogni anno ampiamente superata e per ciò è stato introdotto il criterio della qualità delle proposte in base all’edizione dell’anno precedente.
Poi sulle ali dell’entusiasmo è stato creato anche il Trofeo Ghidoni di ciclocross, che è una sorta di Master invernale, con la stessa formula e gli stessi principi ideatori, che propone altre 14 date nella stagione fredda così che ogni festività dell’anno è coperta in continuazione dalle gare.

INTERNET
Intanto relativamente al Master Mtb il popolo del web amplificava i suoi riscontri. Abbandonato il vecchio e non più adeguato ciclismoaltomilanese.it si è costituito un sito tutto nostro dedicato mastermtb.it intorno al quale in questi ultimi anni sono nati e cresciuti siti e rubbriche di ogni tipo sull’argomento. Io stesso lanciai i commenti alle gare sulla rubbrica nonsoloprimi, ma come possiamo dimenticare le esilaranti relazioni di Sandro Bramati, le cronache di Stefania Trezzi, le foto di Arnaldo Travison, le poesie di Gregorio, le caricature di Fraberto, i video di Andrea Berlusconi e poi tutti gli altri numerosissimi siti delle squadre linkati dal Master alcune dei quali ricchi di commenti ed iniziative come iridemtb.it o bikeextreme.net oppure imperdibili blog come quello di cristinacortinovis.blogspot.com e filckr.com con le immagini mozzafiato di Giorgio Vianini. E ancora i siti che parlano di noi come la professionale e puntuale rubbrica dell’Udacino di Priori sul sito “tempio” newsciclismo.it.

I GIOVANI
Gli attuali successi del bravo Davide Pinato mi fanno tornare alla mente tutti i giovani che sono cresciuti e passati all’ombra del Master in questi 10 anni. Il capostipite fu quell’Alessio Marchesa Rossi che, con i colori della Iride prima, poi Albertoni FAR ed infine Garbagnatese, vinse tutto quello che c’era da vincere fino a quando il grave lutto della perdita della cara e giovane mamma lo fermò per dedicarsi alla famiglia ed al lavoro. Poi iniziò il dominio dei ragazzi dell’MTB Omegna che, grazie al ciclopico lavoro di Renzo Bogianchini, fu per anni una vera fucina di talenti. Primo fra tutti Alberto Barbotti da Cesara, forse il più forte primavera di sempre, poi il promettente Andrea Peretti ed i cugini Tassera ed ora, ancora un numeroso nugolo di ragazzini di Agrano cerca di ricalcare le gesta dei suoi predecessori come la Lisa Piana che ha avuto il sicuro merito di rompere la breccia delle bambine Primavera in questo duro sport, e non è poco. Ma non dimentico anche il buon lavoro dell’Autocar Mozzate, del Team Pinato, della Polisportiva Pettenasco e della Iride Cycling Team nel campo dei giovani.

GLI IMPERDIBILI
Gli imperdibili a mio parere sono quelli si sono sempre visti, i fedelissimi che hanno lasciato un segno in un modo o nell’altro in questi 10 anni.
Imperdibile è Lucio Pirozzini, uno che va sempre forte da tantissimi anni, ha fatto di tutto nella vita, sci da fondo, sci alpinismo, corsa in montagna (tutta robetta faticosissima), si ferma per 6 mesi per un infortunio e quando riprende arriva secondo.
Imperdibile è Gregorio Sottocorna, il simpaticissimo poeta.
Imperdibile è Felice Uboldi, l’esperienza e l’esempio.
Imperdibile è la Clara Perletti, la senatrice delle donne, e imperdibili tutte le donne, la potentissima Simona Etossi, la grande randonneur Barbara Fanchini, la mammina Silvia Barbero, la bella Cortinovis, la Maria Amodio, la Stefania Trezzi ma anche quelle del passato come la Claudia Colombo e la Roberta Nicolini e tutte le altre di cui non ricordo i nomi.
Imperdibile è Sartor, fortissimo Gentelman e anche valente collaboratore di Carmine.
Imperdibile è Arnaldo Priori, the Voice, la Voce del Master. Grazie a lui tutte le fasi della gara si svolgono in modo sicuro, competente e veloce, premiazioni comprese. Imperdibile è anche la gentilissima moglie di Priori che fa le classifiche come e meglio di un computer, direttamente a matita su un foglio indicando i nomi di ognuno e più di una volta ci ha salvati quando il PC è andato i tilt (nei ciclocross).
Imperdibili siete tutti voi e scusate se ho dimenticato qualcuno.

IL TEMPO CHE PASSA E LA SOLIDARIETA’
Questa mia relazione parla semplicemente del tempo che passa, dei paesi nuovi che ho scoperto grazie al Master, sperdute località sulle colline varesine o nella bassa milanese, dal Monferrato alla Valsesia, dal Lago d’Orta alle colline novaresi, località di cui prima non conoscevo nemmeno l’esistenza, delle strade nuove che ho imparato e dei boschi che ho attraversato, ma soprattutto dei nuovi amici che ho conosciuto. Una pazza umanità di appassionati che non fanno tutto questo solo per il gusto di vincere la gara (anzi la maggior parte di loro non vincono mai) ma anche per esempio sono vicini ad iniziative sociali e usano più di una volta parte degli introiti delle gare per la Croce Rossa (Pinato) oppure per acquistare attrezzature per reparti ospedalieri di Oncologia e Pediatria (Iride) o ancora per portare a mangiare una pizza o a fare una gita in montagna un gruppo di disabili meno fortunati di noi (Garbagnatese). Anche questo è Master.

CHAMPION CHIP
Poi una sera di 3 inverni fa il Carmine mi chiama e mi dice: “senti un po’ Maurizio qui dobbiamo fare un ulteriore salto di qualità e ho bisogno del tuo supporto, gli amatori si lamentano sempre delle lungaggini nella stesura delle classifiche e quindi delle premiazioni, dobbiamo trovare qualcosa che, finita la gara, butta fuori tutte le classifiche subito poi premiazioni e a mezzogiorno tutti a casa a pranzo in famiglia” ora bisogna sapere che 4 anni fa una cosa simile era in dotazione solo delle GF e nessuno si sognava di introdurla in un circuito di questo tipo. Ma Carmine era determinato e cominciò un periodo di duro impegno per trovare la soluzione giusta.
Io conosco molto bene tutta la problematica dei chip nel Master Sport&Sport Mtb di quell’anno e conosco tutto l'impegno ed il sacrificio profuso solo per vera PASSIONE per dare finalmente una svolta tecnologica positiva al nostro amato circuito. Vi garantisco che ci è voluto un anno per arrivare a questo. Abbiamo dovuto fare gli incontri con tutte le ditte del settore per valutare e capire, riunirci più volte in interminabili serate di lavoro vero a gratis et amore dei a casa di Carmine insieme a Gregorio bevendo i caffè della deliziosa suocera. Una ditta di Como ci presentò una soluzione che costava 600 euri a gara, troppo!!! Poi quando capirono che volevamo attrezzare tutte le gare del Master ci scambiarono per matti dicendo che eravamo i primi in Italia a fare una cosa simile (LO SAPEVAMO).
Poi Carmine doveva convincere anche i Presidenti dei comitati provinciali, il presidente nazionale, la commissione tecnica e tutte le alte sfere udacine che era una cosa buona e giusta (grande impresa) e loro capirono.
Poi bisognava convincere gli amatori ma si sa … è proprio vero che è impossibile accontentare tutti in questo mondo.Qualsiasi cosa fai troverai sempre quelli che sono d'accordo e quelli che sono contro.
In seguito siamo andati anche fino a Parma per vedere l’utilizzo di questa tecnologia. C’erano con noi anche i presidenti dei comitati provinciali e il delegato nazionale Gibbi.
Inoltre Carmine ha dovuto acquistare, si dico ACQUISTARE!!! lui tutto l'impianto perchè l'UDACE non ha tirato fuori un centesimo (cioè prima ha incoraggiato e poi si è tirata indietro!!!).
E non è finita perchè l'impianto funziona a batteria e tutti i 365 giorni all'anno (anche quando non corriamo) deve essere tenuto sotto tensione a 220V per la ricarica con conseguenti esborsi onerosi sulla bolletta di fine mese. Inoltre ce sempre da sperare di non incappare in guasti che comportino la sostituzione di costosissimi parti di ricambio dell'attrezzatura (schede elettroniche o altro) il cui costo dovrà in qualche modo essere affrontato.
Poi ci si è sbattuti per cercare un tecnico all'altezza, disposto, sempre per passione, a guadagnare poco e a tribulare molto, che facesse funzionare operativamente tutto il sistema (e non è stato facile). Io avevo l’asso nella manica, conoscevo il migliore, con grande esperienza nel settore dei cronometraggi automatici, aveva lavorato nelle più grandi manifestazioni agonistiche, uno che aveva piazzato i rilevatori dei chip alle 4 di notte a meno 15 sottozero alla Marcialonga e dissi a Carmine: “conosco la persona che fa al caso nostro” e lui “ma è bravo davvero?”.
In effetti Renato non è solo bravo ma è veramente il migliore in circolazione, ci misi un po’ per convincerlo ma alla fine lo incastrai e lui accettò la sfida entrando a far parte di questo circo di matti appassionati.
Per quanto mi riguarda, in tutta questa vicenda ho speso tanto tempo che avrei potuto dedicare alla mia famiglia ma in cambio ho realizzato un sogno che avevo da tempo: portare la tecnologia dentro alle gare amatoriali.Inoltre, e non da ultimo, questo lavoro mi ha permesso di approfondire la conoscenza di una persona favolosa, altruista, disponibile, generosa, una persona vera, come ce ne sono rimaste ormai poche in questo mondo. Uno che si alza alle 5 del mattino della gara e carica il furgone con tutta l’attrezzatura dei chip, i palloni vari, arriva sul posto e scarica installando tutto, gareggia pure e a volte vince anche, è l’ultimo ad andarsene ricaricando il furgone di tutto l’ambaradan. Senza di lui non solo non esisterebbero i chip, ma forse non esisterebbe nemmeno il Master Mtb così come è ora. Questa persona è Carmine Catizzone, un campione prima nella vita e poi sui pedali.