domenica 15 febbraio 2009

Auzate (NO)

L’anno scorso sono partito da casa mia (Omegna) in bici con lo zaino sulle spalle, sono giunto ad Auzate, ho fatto la gara classificandomi dignitosamente e, sempre in bici, sono tornato fino a casa … ero evidentemente in forma.

Oggi invece, dopo aver fatto un inverno inerme, la mia ultima gara risale infatti al cross di Agrano (12 ottobre) cioè la prima del circuito, mi sono recato ad Auzate in auto, mi sono iscritto, ho tirato giù la bici dalla Multipla, sono partito allo sbaraglio senza un filo di allenamento, ho preso una mazzata memorabile, sono arrivato in fondo con un giro di ritardo su tutti, sono risalito in auto e sono tornato subito a casa.
Del resto non si può pretendere di fare solo la gara d’apertura e, dopo 4 mesi, quella di chiusura di tutto il calendario e immaginare di rimanere in forma.
Ecco, tutto qui, la mia giornata ciclistica si potrebbe riassumere in queste poche righe, ma io voglio andare al di la della noiosa cronaca sportiva e raccontare alcune situazioni divertenti pre e post gara che solo gli udacini possono capire.
Bene, cominciamo col dire che all’iscrizione i giudici ti indicano di mettere il numero a sinistra e poi Priori alla partenza raccomanda di tenerlo sulla destra !? Al che sento dire da un cicloamatore questa frase: “io lo metto in mezzo, così non faccio torti a nessuno …”.
Poi mi pare di avere la sella troppo slittata indietro, del resto sono 4 mesi che la bici da ciclocross giace fra le ragnatele abbandonata nel garage, quindi chiedo a Francesco Catizzone se ha una brugola per sistemare l’inconveniente. Lui non ha brugole ma mi indica un furgone dove le posso trovare. Infatti trovo la gentilissima Patrizia Caimi (che ringrazio) che mi presta un intero set di chiavi a brugola. Mi metto a sferragliare con premura e riesco a far avanzare la sella di 2 cemtimetri. Chiudo con forza le viti soddisfatto del mio intervento veloce stile meccanici del Giro d’Italia e faccio vedere a Francesco il risultato. Dopo una breve analisi lui mi dice: “si, la sella in effetti è indietreggiata, però ora punta decisamente verso destra!”. “Ma no ti sbagli”, dico, “è vero”, penso inorridito, ma ormai non c’è più tempo e mi sparo tutta la gara con la coscia destra che frega sulla punta della sella pensando: “prima almeno era diritta!”.
Poi cosa si può dire della discesa di terra gelata che fortunatamente hanno tolto all’ultimo momento. E della successiva salita! Una rampa tremenda dove, camminando, cioè scalando, con la bici a spalla, si scivola sulla terra ghiacciata rischiando di pestare le ginocchia. In cima a quella rampa, quando l’ossigeno mi ritorna al cervello, penso: “ma non mi pagano nemmeno…!”.
Ringrazio anche il mio amico Roberto Poletti che mi suggerisce un metodo “fai da te” per realizzare una ruota tubless sul ciclocross come sulla Mtb. Molto interessante per evitare le solite pizzicature. Ascolta interessato anche il mio compagno di squadra Claudio Balsari al quale dovrò poi dare la mia ruota posteriore alla fine della mia gara perché la sua “pizzica” ancora prima della partenza della sua gara. Morale: “mai ascoltare discorsi su probabili forature, porta sfiga!”.
La nota sportiva la voglio dedicare al bellissimo duello tra le 2 prime donne, Silvia Barbero e Cristina Cortinovis, era da tempo che non si vedeva un duello di tale portata e per tutta la durata della batteria. 40 minuti di agonismo puro all’ultimo respiro, brave entrambe … e pure belle!

Trovo anche Lucio Pirozzini in borghese che mi dice di avere la bronchite e quindi di non poter gareggiare ma evidentemente non riesce a stare lontano dai campi di gara ed è venuto a tifare il suo amico avversario Aldo Allegranza. Dalla Valle Anzasca ad Auzate solo per seguire la gara dell’amico. Questa è passione pura, ma dove lo trovate un altro così!