lunedì 1 settembre 2008

COLLE DELL’AGNELLO: UN CONTO IN SOSPESO

La prima volta che ho fatto il Colle dell’Agnello era la primavera del 2007 in occasione del passaggio del Giro d’Italia poi vinto da Di Luca che quel giorno si aggiudicò anche la tappa all’arrivo di Briançon.
Ero partito dal Fondovalle passando per Piasco e raggiungendo prima Sampeyre, poi Casteldefino, Pontechianale con il lago artificiale del Castello, Chianale ed infine conquistando il mitico passo. Una delle più lunghe e straordinarie salite delle Alpi, quasi 50 Km dall’imbocco della Valle Varaita, partendo da Costigliole Saluzzo, con un dislivello complessivo di circa 2.300 metri, essendo il Colle dell’Agnello con i suoi 2.744 metri di altezza secondo di poco in Europa solo al Col de la Bonnette, al passo dello Stelvio e all’Iseran.
Ma gli ultimi 10 Km del passo, i più belli e i più duri, il giorno del Giro d’Italia li avevo scalati disturbato dal traffico di automobili e ciclisti che insieme a me stavano prendendo d’assalto il Colle dell’Agnello per assistere al passaggio della corsa: tra fumi dei tubi di scarico, colpi di clacson e puzza di frizioni bruciate non mi ero divertito molto. Ero salito fino in vetta, poi ero sceso di qualche chilometro a causa della nebbia e mi ero fermato a vedere il Giro in un bel punto panoramico. Infine, dopo il passaggio dei ciclisti, dulcis in fundo, prendemmo tutti in pieno un uragano di pioggia ridiscendendo a valle con terribili frane che interruppero per alcune ore il traffico automobilistico. Dopo tanta acqua, impiegai vari giorni per asciugare completamente la mia bicicletta.
In seguito, quello stesso anno, tornai di nuovo sul Colle dell’Agnello in occasione della Fausto Coppi Extreme (che partiva alle nove di sabato sera e si concludeva il giorno dopo affrontando anche il Col de Vars e il Col de la Bonnette, rientrando infine in Italia attraverso il Colle della Lombarda con un percorso di oltre 300 Km). Ma, a causa di improvvisi problemi intestinali dovetti ritirarmi all’una di notte a 4 Km circa dal Colle dell’Agnello rientrando poi faticosamente a Cuneo senza altro soccorso che quello dell’amico Francesco Rech che rinunciò cavallerescamente a completare la gara per aiutarmi: quasi 160 Km tra andata e ritorno percorsi con grande sofferenza ed il tutto per un pugno di mosche. La rabbia di non aver potuto portare a termine la corsa fu tale che il giorno dopo, lasciato l’albergo dove avevo pernottato a Cuneo, scalai ancora debilitato ma determinato come in una cronoscalata il Colle della Lombarda. E la settimana successiva tornai in zona scalando nello stesso giorno in successione Col de Vars, Bonnette e Colle della Maddalena.
Tuttavia, mi è sempre rimasto impresso nella memoria che, sia pure per cause fisiche, l’Agnello quella notte mi aveva respinto. Ma, come sa chi mi conosce bene, sono un tipo testardo. Sicché qualche giorno fa, approfittando di una trasferta di lavoro vicino ad Asti, ho programmato all’ultimo istante un blitz riparatore in Valle Varaita ed ho affrontato di petto il Colle dell’Agnello con la mia nuova Colnago EPS bianca. La giornata è stata meravigliosa dal punto di vista meteorologico ed anche ciclistico. Ed ho fatto un reportage fotografico adeguato per un’occasione così ghiotta ed importante, fermandomi varie volte in discesa a scattare delle istantanee degli stupendi panorami.
Questa volta il Colle dell’Agnello non mi ha respinto ed anzi, come in occasione della mia prima precedente visita, ho domato i temibili 10 Km conclusivi con sorprendente facilità nonostante la pendenza media superiore al 10% e svariate punte sino al 14%. L’unica difficoltà della scalata è stato schivare le numerose mucche e i cavalli al pascolo che spesso invadevano il manto stradale.
Quando si arriva al piccolo borgo di Chianale (1.796 m.) si sono già percorsi circa 40 Km di salita. Ma il bello deve ancora iniziare. Costeggiato il paese e superata una curva verso sinistra, la strada si inerpica improvvisamente subito dopo un ponticello: da quel punto in poi solo raramente la pendenza scenderà sotto il 10%. I primi chilometri presentano i tratti più impegnativi con secchi tornanti che separano impegnativi rettilinei dove le pendenze arrivano anche al 14%. Due lunghi tratti molto ripidi precedono anche la parte centrale della salita, che è caratterizzata da alcuni sinuosi tornanti in cui la pendenza cala leggermente per alcune centinaia di metri. Superati alcuni pascoli si riprende a salire con un nuovo tratto assai ripido che si conclude nei pressi di un piccolo laghetto glaciale. L’ultima parte dell’ascesa, circa 3 Km, sembra quasi riposante, ma in realtà anche qui si toccano pendenze ragguardevoli, oltre il 10%.
Un comodo rettilineo di circa 200 metri ci porta infine al Colle dell’Agnello, dove vi è solo una lapide in pietra che indica il confine tra Italia e Francia. Dal lato italiano si può vedere la mole del Monviso apparire tra le nuvole. Sul versante opposto il panorama è altrettanto stupendo e si vede, dopo circa un chilometro e mezzo di discesa, poco più sotto, il “Refuge Agnel Gta”, sempre abbastanza affollato dai turisti d’estate.
Dopo aver sostato un po’ sul Passo, riscaldato dai raggi brucianti del sole, ho inforcato la bici ed ho iniziato la discesa, godendomi ogni singolo tratto del percorso e fermandomi quasi ad ogni curva e ad ogni tornante a scattare fotografie e a rimirare le straordinarie vedute degli strapiombi e delle montagne circostanti. Il giusto modo per festeggiare la pace fatta con il Colle dell’Agnello, di cui d’ora in poi conserverò un ricordo migliore.

Marco Fortis