domenica 20 aprile 2008

Colazza (NO)

Non sò cosa ne pensano gli altri amici “bisonti della domenica” di questo tracciato di Colazza, ma di certo è uno di quei percorsi per veri bikers che non se ne trovano spesso.
E’ pur vero che, quando le gare si svolgono in zona Mottarone (vedi Agrano il 6 aprile o la GF Lago d’Orta il 24 marzo) non sono mai passeggiate per signorine e piuttosto esprimono quanto di meglio si può trovare in difficoltà tecniche e durezza dei tracciati nell’ambito delle ruote grasse.
Ma questa gara, sicuramente resa anche peggiore dal maltempo dei giorni precedenti, a mio parere è stata complessivamente la più dura di quelle che il Master Mtb S&S 2008 ha presentato fino ad ora.
Un odissea di fango, ripetute salite al limite dello sforzo, guadi impressionanti ad altezza pedivella e anche oltre che forse potevano essere evitati, discese tipo “rafting” (ma senza gommone) in sassosi torrenti di acqua e fango, ancora salite di argilla fangosa dove non si poteva nemmeno stare in piedi a spingere la bici per la scivolosità del terreno, falsipiani di ghiaia grossa dove sembrava di spingere un incudine al posto della pedivella (ma quest’ultima difficoltà ci può stare).
I pendii della dorsale che separa il Vergante dalla Valle dell’Agogna, in particolare la parete Est di tale dorsale teatro della gara, sono geologicamente composti da una terra argillosa di diversa composizione minerale rispetto al resto del gruppo del Mottarone. Questa terra in caso di maltempo trasforma molti sentieri del sottobosco in impraticabili ed improvvisi ruscelli zeppi di fango scivolosissimo. Non solo ma, a causa della perfetta impermeabilità del terreno argilloso, che non drena e non assorbe l’acqua, i torrenti esistenti si gonfiano subito a dismisura e così rimangono per alcuni giorni anche dopo la cessazione delle intemperie. Ma tutto questo è noto.
In particolare nell’ultimo guado al secondo giro di gara molto scavato dai passaggi precedenti, il torrente era talmente profondo che l’ondata di acqua che mi è venuta addosso nel vero e proprio “tuffo” ha superato il manubrio della bici (non scherzo). Non oso pensare ai piccoli “Primavera” come hanno potuto superare quel guado indenni (dove le sarà arrivata l’acqua?).
Non c’è dubbio, un percorso only for hard bikers.
Per il resto buona organizzazione con ottimo ristoro, buone premiazioni, parecchia gente dislocata sul tracciato compreso un indovinato ristoro idrico al culmine di una durissima salita.
Ottimo e puntuale servizio classifiche con l’ormai collaudato sistema chip di Renato Poletti e consueto professionale servizio speaker di Arnaldo Priori.
In buona posizione anche il luogo del ritrovo con spazi idonei e un accogliente Bar per il caffè del mattino.
Agli amici dei Lupi del Cornaggia/Albertoni FAR va tutta la mia comprensione per le indubbie difficoltà che hanno dovuto fronteggiare a causa del terreno reso quasi impossibile dal maltempo dei giorni precedenti ma forse, per le prossime edizioni, sarebbe meglio ammorbidire un po’ il tracciato, magari sfrondando qualche dislivello al limite, togliendo i guadi più profondi e trovare una alternativa per il “rafting” torrentizio in discesa.
Tutto questo non per i primi, che probabilmente non si accorgono nemmeno della differenza ed arrivano comunque sempre primi, ma per i poveri bisonti della domenica come me e tanti altri, che sono poi il gruppo ed il succo dell’attività udacina.
Incoraggio comunque i Lupi ad organizzare ancora questa gara nei prossimi anni perché, al di la di tutte le difficoltà tecniche, è giusto che esistano all’interno del Master anche queste prove estreme in zona Mottarone, alternate a prove magari più morbide nella bassa Novarese o Varesina.
Però magari con qualche piccolo ritocco in caso di brutto tempo si può evitare che la durezza del tracciato superi il piacere di fare una bella gara in Mtb.