mercoledì 12 settembre 2007

Il “Trittico del Mortirolo”

Era da alcuni giorni che aspettavo che il tempo si stabilizzasse. Finalmente si era messo al bello, così martedì 11 settembre pomeriggio ho lasciato Milano in auto diretto in Valtellina, con la bici nel bagagliaio.
Dopo aver dormito in un albergo di fortuna e timbrato il cartellino ricevuto per posta dagli organizzatori presso un tabaccaio a Mazzo, comincio la prima salita, la più dura, quella terribile con 6 Km abbondanti ad una pendenza media oltre il 12% e frequenti punte al 18%: qui è passato il Giro d’Italia del 2006 e qui Pantani fece faville negli anni ‘90. Come prevede il regolamento del “Trittico” bisogna affrontare nella stessa giornata il Passo del Mortirolo da 3 versanti: da Mazzo, da Grosio e da Monno (sul versante opposto, in Val Camonica).
La salita da Mazzo la conoscevo già perché l’avevo percorsa durante la prima Gran Fondo Marco Pantani nel 2005. Allora avevo raggiunto il Passo del Mortirolo in poco più di un’ora, avendo già il Gavia nelle gambe. Ma a quel tempo la forma era tutt’altra cosa! Questa volta salgo piano piano, consapevole degli anni in più e del fatto che poi avrò ancora altri due versanti da pedalare. Arrivato in vetta, faccio alcune foto ricordo con l’autoscatto, poi scendo con prudenza sino a Monno. Il sole è caldo e la giornata favorevole. L’albergo dove devo timbrare è chiuso e allora vado a farmi mettere il timbro da un droghiere. Poi inizio la seconda salita, la più facile, si fa per dire… Anche da Monno si incontrano alcuni punti abbastanza duri, tra il 10% e il 13%.
Raggiunta per la seconda volta la cima e fatto un altro po’ di foto, inizio la discesa verso Grosio. I primi 3 Km sono comuni con la strada che sale da Mazzo, poi si prende in diagonale verso destra e si devono percorrere quasi 12 Km prima di arrivare alla statale. Scendo ancora un altro paio di Km fino al paese, dove timbro per la terza volta presso un albergo e trovo il tempo di mangiare anche un paio di panini. E’ da poco passata l’una. Inizio l’ultima salita, che è molto irregolare. Infatti, a tratti quasi in falsopiano si alternano implacabili muri di alcune centinaia di metri con pendenze medie oltre il 15-18%. Nel bosco si aggirano numerosi scoiattoli che frequentemente mi tagliano la strada. Finalmente arrivo al bivio con la strada che sale da Mazzo. Mancano ormai solo 3 Km alla cima, ma durano un’eternità. Senza allenamento adeguato è stata davvero una bella impresa: oltre 36 Km di salita e quasi 3.300 m. di dislivello in meno di 4 ore a fine stagione (7 ore comprese le discese e le soste)! Timbro un’ultima volta il tesserino all’Albergo del Mortirolo, che è circa 1 Km oltre il colle. Risalgo al Passo felice e soddisfatto e, scattata un’altra serie di foto, inizio l’ultima discesa, sognando la doccia dell’albergo. Dopo alcuni stretti tornanti mi fermo presso il monumento dedicato a Marco Pantani. Su uno striscione che penzola tristemente tra fiori di plastica e ceri consunti lasciati dai tifosi sta scritto: “Caro Marco, ti hanno lasciato morire come un cane. Oggi un cane ti ha portato un mazzolin di fiori…”. 

Marco Fortis